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DNS poisoning: di cosa si tratta e come funziona

Il DNS poisoning è un attacco informatico che può compromettere la SEO di un sito e perfino la sicurezza dei dati personali dei visitatori. Ecco in cosa consiste e quali sono i sistemi di sicurezza più efficaci per prevenirlo.

Guida allo spoofing: ecco come gli hacker dirottano gli utenti che navigano sul web

Gli attacchi informatici sono una costante minaccia per la sicurezza dei nostri progetti digitali. Per questo motivo, diventa sempre più importante curare con attenzione tutti quegli elementi cruciali per la protezione di un sito internet, a partire dalla scelta di un servizio di qualità tra le varie offerte hosting disponibili sul web, fino all'installazione di software che ci facciano da scudo contro i pericoli della rete.

Uno degli attacchi informatici più temibili per i siti e, soprattutto, per gli utenti è il DNS poisoning.

Il concetto è semplice: i visitatori vedono quello che sembra il tuo sito web, ma si tratta di una versione falsa, progettata allo scopo di rubare i dati degli utenti.

In questo articolo approfondiremo il DNS poisoning e spiegheremo in che modo può danneggiare il tuo pubblico e il posizionamento del tuo portale.

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Il DNS: un grande elenco telefonico che ci guida nella navigazione su internet

Durante un attacco DNS poisoning, noto anche come 'spoofing', un utente malintenzionato sfrutta le vulnerabilità note all'interno del domain name system (DNS) per intercettare il traffico verso un sito web e dirottarlo verso una versione falsa di quest'ultimo.

Per spiegare bene come funziona è necessario approfondire il tema del DNS.

I siti web sono identificati in modo univoco attraverso l'associazione di un codice numerico noto come indirizzo IP (Internet Protocol). Gli esseri umani, però, non sono portati a memorizzare grandi sequenze di cifre. Per questo motivo, affinché si possa utilizzare internet agevolmente, a ogni indirizzo IP viene assegnato un nome di dominio, ad esempio tophost.it.

L'associazione di questi due elementi avviene attraverso una sorta di grande elenco telefonico del web, ovvero il DNS.

In sostanza, ogni volta che un utente digita il nome di un sito su un motore di ricerca, oppure clicca su di un collegamento che rimanda a un determinato portale, il domain name system consulta il suo database e 'risolve il DNS', ovvero crea un collegamento col rispettivo indirizzo IP.

Questa spiegazione non è che una sintesi del complicato processo che sta alla base del DNS, ma tanto basta per comprendere meglio il concetto di spoofing, che illustreremo più nel dettaglio nel prossimo paragrafo.

Come funziona il DNS poisoning?

Immagina di trovarti in un locale che offre una connessione Wi-Fi per i clienti. Ti colleghi a questa rete e navighi con il tuo smartphone dando un'occhiata ai tuoi account sui social media.

Non ne sei al corrente, ma un malintenzionato ha approfittato di alcune vulnerabilità presenti nella rete internet del locale per avvelenare il DNS e il server ti reindirizza su delle versioni falsificate dei siti che intendi visitare. In particolare, ti viene mostrata una pagina di accesso al tuo account che sembra proprio quella vera.

Inserisci i tuoi dati personali, effettui il log in e poi vieni reindirizzato al portale originale senza accorgerti di nulla e, nel mentre, il malintenzionato che ha avvelenato il DNS è riuscito a rubare le tue credenziali di accesso.

Ecco, questo è un tipico esempio di spoofing e può essere applicato a qualsiasi tipo di sito internet, compresi quelli delle banche e degli istituti di credito.

Talvolta l'avvelenamento del DNS non viene praticato al fine di rubare dei dati sensibili, ma per compromettere l'accesso verso un portale, così da ridurne la visibilità. In questo caso, il risultato dello spoofing non è il reindirizzamento verso una versione fasulla, ma l'impedimento totale del caricamento di un sito che, se prolungato, può avere delle gravi ripercussioni sul posizionamento e sulla SEO.

Prevenzione del DNS poisoning: ecco le tecniche di protezione più efficaci

Lo spoofing è un attacco informatico piuttosto temibile, ma per fortuna è possibile prevenirlo adottando una serie di misure di sicurezza.

La prima è l'impostazione di un sistema noto come DNSSEC (domain name system security extensions) in grado di verificare l'origine e l'integrità dei dati che scambiati durante un processo di risoluzione DNS. In parole semplici, è un metodo di comunicazione in codice che aiuta a evitare la possibilità che un malintenzionato riesca a dirottare il traffico effettuato verso un determinato sito internet.

Un altro metodo di difesa contro gli attacchi spoofing è la crittografia dei dati del domain name system. In questo modo, se un hacker intercetta una richiesta inviata a un server DNS, otterrà delle informazioni non leggibili e non potrà sapere a quale dominio si sta cercando di accedere. Di conseguenza, non sarà in grado di reindirizzare il collegamento.

Infine, è possibile diminuire la possibilità di incorrere nel DNS poisoning mantenendo sempre aggiornato il proprio sistema operativo (SO).

Gli sviluppatori di questi software lavorano costantemente per assicurarsi che tutte le vulnerabilità di sicurezza identificate vengano risolte, elaborando delle correzioni che vengono eseguite tramite degli update dei SO. Alcuni di questi aggiornamenti possono riguardare il DNS e, installandoli, si riduce il rischio di essere colpiti dallo spoofing.

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In conclusione

In questo articolo abbiamo spiegato cos'è il DNS poisoning e in che modo può costituire un rischio per gli utenti internet e per il posizionamento dei siti.

L'avvelenamento del domain name system non è l'unico pericolo informatico che può minare la SEO di un portale: la rete è una vera e propria giungla ricca di hacker che potrebbero danneggiare il tuo progetto web.

Per mettere il tuo sito al riparo da questi malintenzionati, assicurati che sia ospitato su un server in grado di offrire un alto livello di protezione, come quello garantito dal nostro servizio di hosting WordPress, il migliore sul mercato per rapporto qualità/prezzo.

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